La Grande Guerra tra le Tofane


Oggi ci si chiede, perché accanirsi a combattere su cime così aspre, dove era difficile solo vivere d’inverno come d’estate, perché lanciare le truppe verso queste posizioni dominanti, praticamente inespugnabili? Sull'assurdità di questa condotta di guerra così si esprimeva il capitano Martini, uno dei protagonisti di quei giorni:

"...da principio il nostro settore di Val Costeana era formato dalla brigata Reggio (45° e 46° reggimento fanteria) e dal battaglione alpini Val Chisone, cui si aggiungeva più tardi il Belluno. I battaglioni, pur disponendo di un’unica sezione di mitragliatrici, non avevano lancia-mine, lancia-bombe e bombarde, ed erano sul posto con un numero limitatissimo di colpi, alcuni cannoni di medio calibro ed poche batterie da campagna e da montagna. Tuttavia, al settore era affidato, come obiettivo iniziale, di sfondare il poderoso sbarramento del Passo di Valparola, sito tra il sasso di Stria ed il Piccolo Lagazuoi e di scendere quindi per la Val Badia, a Brunico. Essendoci, in tali condizioni di accentuata inferiorità di forze e di mezzi, ciò impossibili, non ci rimaneva che il tentativo di girare il citato sbarramento, facendo cadere prima, successivamente ad una ad una, le altre posizione nemiche. Siccome poi nel contempo si imponeva per noi pure un continuo ed efficace appoggio fiancheggiante alle truppe del vicino Col di Lana, la nostra persistente lotta si svolgeva talmente accanita, da assumere spesso persino le caratteristiche di vera e propria guerra d’assedio. Questa zona fu anzi, fra tutte le altre dell’intero fronte mondiale, ma dopo quella del Pasubio, la più tormentata e lacerata da colossali mine. Ve ne brillarono otto in complesso, quattro italiane e quattro austriache, le cui vaste e profonde tracce rimarranno imperiture..."




Principali postazioni del settore






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